venerdì 6 febbraio 2009

Life is life


Stavo per andare a dormire quando mi è arrivata questa canzone.
Al di là che mi è stata mandata da una persona cara e che adesso andrò a letto cantando (grazie!), è curioso che mi sia arrivata proprio oggi, giorno in cui un D.l., in extremis (e lascio stare le valutazioni sulla "tempestività" dell'intervento) ha impedito che venissero sospese l'idratazione e la nutrizione artificiale di Eluana Englaro.

In questi giorni è impossibile non riflettere su questo caso.
Sono stati tirati in ballo la Chiesa, la Costituzione, i Diritti, ecc.

Per ora, l'ha salvata la decisione che acqua e nutrimento non sono una terapia...

Però non mi spiego una cosa.
In altri casi si è parlato di eutanasia come soluzione per porre fine alle sofferenze. 
Posizione che non condivido ma che, "umanamente", potrebbe essere intesa come pietà.

Ma in questo caso, se è vero che tu, Eluana, nel tuo stato non soffri, mi chiedo: a chi dai fastidio?
Sarà mica perchè costi un sacco di soldi?

9 commenti:

giringirella ha detto...

A volte... paradossalmente... la speranza è molto più difficile, dolorosa, psicologicamente massacrante, devstante, faticosa ed estenuante (e nessuno di questi aggettivi rende l'idea)... della rassegnazione...!!!
Io credo che non sarei capace di decidere di smettere di sperare.... però auguro a quei genitori che prima o poi... in un modo o nell'altro... possano rassegnarsi...

Io con me e me stessa ha detto...

Si può considerare vita stare per 17 anni sdraiati in un letto senza aver la possibilità di "vivere" con i propri cari??
Sarà una decisione straziante scegliere di staccare il sondino dell'alimentazione alla propria figlia, ma credo che Eluana sia già morta all'epoca dell'incidente.....

Daniela ha detto...

KATIU io quando ho saputo della notizia, ho avuto la tua stessa reazione e mi sono detta: ma questo non è accanimento terapeutico?
Però mi pongo anche altre domande. Non stiamo rischiando di associare il concetto di vita a quello di vitalità e quindi, fatto 0 il livello di vitalità di Eluana, le si toglie la vita?
non rischiamo di avere un concetto di vita basato sulla funzione e sulla funzionalità e, quindi, di arrivare a ridurre progressivamente i diritti di chi è meno vitale e funzionale?
arriveremo all'abbattimento terapeutico dei disabili?
penso a tutte quelle persone che per handicap gravi non sono comunque in grado di interagire con il mondo circostante...
Non ho una risposta a queste domande, però me le pongo.
E vedo anche uno stato che si "preoccupa" di questo caso che, senza dubbio, merita attenzione, e non interviene invece tutte quelle volte in cui la vita è vissuta in maniera precaria e difficile perchè l'infermità del corpo e della mente condizionano pesantemente le condizioni di vita della persona e di chi l'assiste (la famiglia).
Perchè tu Stato, non fai un D.l e una legge per assistere quelle famiglie con situazioni "pesanti"?
Forse perchè non è politicamente trendy?

Andrea, Udine, Italy ha detto...

Il caso Eluana pone e porrà sempre mille domande e mille risposte, tutte contraddittorie.
Chi crede nella Fede, chi crede sia Viva, chi crede sia un vegetale...
Non si troverà mai la risposta giusta...xchè tutti hanno ragione e contemporaneamente torto.
La mia posizione è questa: se viene chiamato in causa il diritto alla vita, allora che sia chiamato anche il diritto alla morte.
X quello che mi è successo nella vita, e se fossi come lei è in questo momento, vorrei solo che il diritto alla morte, arrivato nel momento dell'incidente e fermato da un macchinario che "annaffia uno stelo senza radici", sia esercitato. Se Dio vorrà farla vivere, anche senza idratazione vivrà.
Credo che nessuno possa mettere in dubbio le parole del padre quando dice "Eluana vorrebbe essere lasciata al suo destino in condizioni come queste"....chi non lo vorrebbe.

Edinoia ha detto...

Ben sapete quanto io sia credente e praticante, quanto credo in Dio e zero nell'istituzione Chiesa, scomoda e spesso ... lasciamo perdere questo tasto.
Un anno fa la mia famiglia era in condizioni simili, con mio papà a letto da oltre 3mesi, cure su cure e zero miglioramenti, zero reazioni, zero di zero.
Proprio a febbraio dell'anno scorso ci è stato proposto un tentativo...in cuor mio sapevo che non sarebbe andato a buon fine (non xè io sia un medico o un esperta, ma xè avevo capito che il fisico e l'animo di mio papà non riuscivano/volevano più lottare)... Però papà era lucido e coscente, e fosse stata l'unica speranza su mille, chi non la proverebbe!? Quando capisci che ti manca poco a lasciare questa vita, la paura prende il sopravvento: io sto lavorando su me stessa, per cercare di essere serena quel giorno, e non temere la Vita eterna che mi verrà donata...ma non voglio dire che sia facile!
Bhe, papà a maggio era messo come 3 mesi prima, con esami pastiglie flebo terapie cure e febbri altissime, che hanno continuato a tormentarlo, fino al 26 giugno.
Il tentativo era stato fatto: nessuna risposta positiva. Continuare sarebbe stato accanimento. Un bravissimo medico ci ha detto "abbiamo fatto tutto, e forse anche più di tutto: ora, quel che riuscirà a fare, lo farà da solo!". Dal giorno seguente è stata sospesa la nutrizione artificiale (che il suo fisico non assimilava più da tempo). Nel giro di una settimana, ci siamo salutati.

Ho molta fede, ma prego, per Eluana, che questo tormento finisca presto. Chi è la chiesa o la politica per dire cosa è giusto!?
La cosa che mi indigna ancora di più è che lei aveva chiaramente espresso la sua volontà, e nessuno se ne preoccupa... xè si pensa all'etica, alal religione, all'importanza della vita... E nessuno si mette nei panni di un genitore che vede vegetare una figlia x 17 anni!?!

Gente, si fa troppo in fretta a parlare...davvero troppo!

Daniela ha detto...

EDI mi fa piacere il tuo intervento e anche quello di tutti... conoscere i vostri pareri insomma.
Questa vicenda sta smuovendo in me e in tutti molte riflessioni, anche su quanto sono fortunata a non vivere certe situazioni in prima persona.
Io non ho seguito la vicenda dall'inizio (dal 2000) e stamattina mi stavo documentando per capire come si sia arrivati a questo punto.
Intendo: tu hai raccontato come si è comportato un medico nei confronti di tuo padre e stamattina ho letto che lo stesso Giovanni Paolo II aveva dichiarato "lasciatemi tornare al Padre".
Anche la Chiesa condanna l'accanimento terapeutico perchè la morte fa parte della vita e dobbiamo accettarla ma ora io non sto capendo più cosa sta succedendo.
Ho scoperto che lunedì probabilmente si riunirà palazzo madama, di solito chiuso il lunedì, per discutere il disegno di legge, con un'urgenza che neanche fossimo in assetto marziale...
Che succede?
Perchè questa questione va avanti da 17 anni, circa 10 dei quali in forma di battaglia burocratica, e ora si deve risolvere tutto così?
Mi chiedo, quante altre Eluana ci sono?

Daniela ha detto...

Vi segnalo questo (grazie Igor)
http://www.salvatorecrisafulli.it/index.htm

non per pretendere di avere delle risposte ma per è un punto di vista molto ravvicinato su questa situazione.

Super Nanà ha detto...

Io sono indignata, un accanimento tale contro una famiglia e una ragazza MORTA da 17 anni è raccapricciante. Tutto questo rumore, ognuno dice la sua...sarebbe ora di fare silenzio su questo caso...ma spero però che servirà a definire FINALMENTE il testamento biologico.

Daniela ha detto...

NANA' capisco il tuo punto di vista che sarebbe normale di fronte a qualsiasi situazione di dolore. è vero però che questa situazione è stata sottoposta all'attenzione dei media e di tutti dallo stesso padre di Eluana (certamente non per fare pubblicità a se stesso e, anzi, coraggioso a esporsi) quindi mi pare di intravedere anche da parte sua un invito a una riflessione. Ha scritto pure un libro...
La stessa questione del testamento biologico non sarebbe venuta fuori.
Con questo non intendo dire che il nostro parere abbia un valore nella determinazione della situazione (e chi sono io per decidere?) però mi pare doveroso almeno provare a capire e a riflettere, almeno nell'intimo o tra amici, come credo siano le persone che passano di qui, ognuno con pareri ed esperienze diverse.